Terza edizione di Ecopink
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Londra, 24 - 25 settembre 2011 - presso The Hub di King's Cross si terrà la terza di edizione di Ecopink. Protagoniste sono sono 20 donne, 20 designers/artiste che, forti di retaggi culturali diversi tra loro, sono determinate a diffondere uno stile di vita all’insegna del rispetto per l’ambiente. Le proposte espositive abbracceranno il mondo dell’arte, della moda e del design, suggerendo l’uso di materiali inediti e tecniche sostenibili. A Londra il made in Italy “rosa” arricchito dalla produzione sostenibile “green” si confronterà con la realtà inglese nonché con le eccellenze di altri paesi come la Svezia, la Germania, la Romania ed il Giappone.

 

 

 

 

Alessandra Fiordaliso: Romana per nascita e formazione, vive e lavora nella sua casa -atelier a Monte Porzio Catone (RM). La sostenibilità è la carta su cui punta dal 1997, anno in cui ha realizzato la sua prima seduta per bambini con il 100% di cartone post-consumo. Plastica e cartone i materiali impiegati e reinventati per creare gioielli, arredamenti ed allestimenti funzionali ed eleganti; collane, bracciali, lumi con applicazioni floreali, lampadari ed ancora sedie, tavoli e cornici per un abitare eco sostenibile.

 

Caterina Crepax: Nasce e studia a Milano dove si laurea in Progettazione Architettonica al Politecnico. Inizia a lavorare come architetto d’interni, ma contemporaneamente svolge attività parallele nel settore della grafica e dell’allestimento di spazi espositivi facendo confluire la propria creatività nella carta, la sua passione da sempre. Comuni scontrini, documenti triturati, avanzi di lavori di tipografia diventano gioielli, accessori, sontuosi abiti, talvolta illuminati al loro interno, oggetti del desiderio grazie alle tecniche di recycle design.

 

CeeBee: Dietro questo marchio Carmen Björnald. Nasce in Germania e cresce in Svezia, a Goteborg, dove si diploma in Design e Ricerca dei tessuti. Arriva in Italia nei primi anni 80, ma è negli anni 90 che si scontra con il problema dello smaltimento dei rifiuti e prende forma la sua linea di accessori realizzata con materiali di scarto come i giornali di moda e i copertoni smessi dei motorini raccolti nei sobborghi di Medan, in Indonesia, da una cooperativa femminile che da lavoro alle donne locali, per creare pezzi unici fatti a mano.

 

Claudia Mazzitelli: Nasce a Caserta dove vive ed opera, partecipando appena dodicenne alla rassegna “Settembre al Borgo” nella quale le viene assegnato il secondo premio. Successivamente matura uno spiccato senso artistico che si esprime al massimo nelle tele dedicate alla donna con tecniche eco sostenibili. Vecchi sacchi, quotidiani, plastica, pellicole fotografiche nonché scampoli delle pregiate sete di San Leucio impreziosiscono abiti e cappelli di una donna attraente nel suo ruolo che non rinuncia ad essere diva.

 

Clelia Martino: Nata ad Aversa (CE), si laurea in Architettura e da subito è particolarmente attratta dall’eco-design, con grande abilità reinventa il pet e la plastica riciclata: le bottiglie, tenute insieme da una rete, diventano alternative poltrone dallo stile classico che possono essere rivestite con ogni forma di stoffa, mentre i tappi, distesi su una tavola di legno, con l’aggiunta di comuni biglie di vetro, danno vita ad un tappeto massaggiante per il corpo unendo il benessere fisico a quello ambientale.

 

Cristina Toma: Romena per nascita, nel 1998 si trasferisce in Italia, precisamente a Milano, dove si diploma presso l’Istituto di Moda Burgo. Inizia a lavorare nella prestigiosa maison Krizia come supervisor della produzione fin quando, nel 2008, decide di creare un proprio marchio ed una propria linea di scarpe ed accessori sia per uomo che per donna. Il suo progetto immagina e realizza una scarpa-soprammobile, interamente fatta a mano con materiali di recupero, che fonde l’artigianato con il upcycled design.

 

Cynthia Korzekwa: Nata nel Texas e cresciuta con tipiche abitudini messicane, oppressa dalle tante regole a cui doveva sottostare, nel 1981 arriva in Italia ed inizia a vivere fra Roma e Paros disegnando durante i lunghi viaggi su fogli ricavati dalle buste di carta della spesa. Nel suo laboratorio, nel quartiere storico di San Lorenzo, insegna a trasformare i vecchi vestiti in nuovi pezzi unici, ricamandoli ed arricchendoli di materiali plastici e di tessuti di seconda mano, applicando così il concetto di bricolage alla sua arte.

 

Dalaleo: Luisa Leonardi Scomazzoni, per tutti la Leo. Il suo marchio ed il suo show room a Riva del Garda (TN) nascono a seguito di un viaggio in Brasile dove vede utilizzare le linguette in alluminio delle lattine per creare abiti ed accessori. Inizia così a realizzare splendide borse assemblando le linguette, anche con materiali preziosi come gli swarowski, in base a modelli da lei stessa disegnati e prodotte in una favela di Salvador dove 40 madri grazie, all’innovativo filone dell'eco-design, donano un futuro ai propri figli.

 

Ester Motta: Nasce a Giussano (MB) e si forma prima presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, dove segue il corso di decorazione, poi presso la Scuola Orafa Ambrosiana di Milano dove impara la modellazione della cera per oreficeria. La sua attenzione rivolta agli ornamenti ed ai gioielli la porta a seguire il Corso di Alta formazione in Design del Gioiello presso Poli.design ed a realizzare collane e bracciali con materiale di recupero industriale come perline di vetro, lana cotta, fili di acciaio ricoperti di pietre dure e cialde del caffé.

 

E-vasiva: Due sorelle, Simona e Valentina Marchetti, ed un’amica, Vanessa Paglia, per un marchio creato e registrato nell’ottobre del 2008 dopo una sera in cui si sono ritrovate a parlare della possibilità di trasformare le loro passioni in un vero e proprio lavoro. Tre ragazze romane fondono sinergicamente le esperienze personali per realizzare gioielli d'avanguardia grazie al riuso dei materiali più comuni come tappi e bottiglie di plastica, mollette, elastici per capelli, palloncini aerostatici ed oggetti usati per il giardinaggio.

 

Hannah Ricci: Ruby Rhino, a Lichfield nello Staffordshire, è il punto vendita di questa artista londinese e della sua eclettica collezione di mobili upcycled. Mescolando sapientemente il vintage con l’antico ed il contemporaneo, ogni pezzo viene restaurato con cura, dipinto a mano e rifinito valorizzando le imperfezioni. Credenze, sedie in mogano, tavoli e specchi per contrastare uno stile “usa e getta” e donare ad ogni casa fascino, stile e carattere abbinando il rispetto per l’ambiente.

 

Maria Westerberg: Svedese per nascita e formazione, studia Architettura degli Interni e Progettazione di Mobili. Dopo aver lavorato a Berlino presso un architetto paesaggista, si apre un proprio studio a Stoccolma dove crea pezzi unici in cui nulla si distrugge ma tutto si trasforma. Il tema di fondo è ridare vita ad oggetti che hanno già una storia e di cambiarla; nuove opere, colorate e giocose, dal design innovativo ma dall’anima antica, realizzate con ruote di bicicletta, cravatte da uomo, fiori di tessuto e vecchie t-shirt.

 

Miciovinicio: Un gattino creato dal fondo di una bottiglia di plastica è il marchio di fabbrica di Silvia Bragagnolo. Laureatasi in architettura allo I.U.A.V. di Venezia apre il suo laboratorio-deposito a Castelfranco Veneto (TV) dove dà vita ad oggetti più che originali. La sua arte nasce dal fascino di poter realizzare nuove forme rielaborando specchi, tavolini, deliziosi animaletti, lampade da appoggio e da parete, il tutto grazie a vinili, cd, coni di cartone, sigilli di alluminio, ritagli di zanzariere, bottiglie del latte e calze bucate.

 

Monica Auriemma: Napoletana per nascita e formazione, diplomatasi in scenografia presso l’Accademia di Belle Arti, inizia a lavorare nel mondo del teatro e del cinema. Dopo quindici anni intraprende la strada dell’illustratrice di libri per bambini e comincia a raccogliere con pazienza ciò che gli altri buttano. Vari formati di pasta diventano il tetto di un palazzo cinese, l’embrasse di una vecchia scopa un bellissimo vestito, passamaneria, bottoni, bigiotteria rotta, carta da parati, tulle e foglie di plastica hanno una nuova chance.

 

Nicoletta Cicalò: Copywriter e consulente di comunicazione, nasce a Milano, ma la passione per Parigi la porta ad approfondire l'esperienza umanistica con un corso di studi di 'Civilisation Classique' a Versailles. Convinta che il futuro risieda nella sostenibilità, nel 2009 inizia a creare gioielli che diventano poesie e messaggi da indossare. Il suo marchio “Poet-à-porter” racconta una storia diversa per ogni oggetto trovato o riutilizzato, con richiami agli elementi della terra grazie all’uso di legno, pietre e materiali naturali.

 

Renfang Hu: Nasce in Giappone, a Yokohama-shi, e studia in Italia, a Milano, dove attualmente frequenta l’Istituto Europeo di Design. Questo giovane talento della moda “green” è stato selezionato in seguito alla sua partecipazione all’evento EcoFashion LAB, in cui gli studenti di fashion design di Milano hanno l’opportunità di disegnare ed in seguito produrre un indumento o un accessorio “green”. Renfang vince grazie ad un abito realizzato in viscosa di bambù e promuove, così, la sua arte all’insegna della sostenibilità.

 

Riciclart-I’: Dietro questo marchio due sorelle artigiane e decoratrici, Medea e Mariapia Camuso, che a partire dal 2008 hanno dato vita, con la collaborazione del padre, ad un’attività a sostegno dell’ambiente realizzando arredi e gioielli interamente con materiale riciclato. La loro produzione è caratterizzata dal recupero di parti di computer, televisioni, stampanti e cellulari. Hard disc tagliati e smerigliati a mano, micro cip puliti e reinventati, resistenze elettriche salvate dalla discarica danno vita a monili eco dalle forme insolite.

 

Roberta Amurri: Nasce a Roma dove cresce e si forma. Dopo aver fatto parte del mondo della moda come indossatrice e del mondo della musica come autrice di testi, viene ben presto affascinata dalla possibilità di riutilizzare oggetti inservibili nella loro funzione originale per dar vita ad elementi di design attraverso un procedimento basato sull’uso della carta macerata a modo di impasto. Questa particolare tecnica “pietrifica” i ritagli ed i residui grafici che decorano la superficie delle sue opere al confine tra scultura e pittura.

 

Ricrearte: Uno studio che progetta, produce e commercializza opere di eco-design nato dall’intuizione di Sabrina Locatelli, laureata in Architettura presso il Politecnico di Milano, a seguito di non poche riflessioni sulla quantità di rifiuti prodotti. La sua arte elabora artisticamente lampadari, tappeti intrecciati a mano, squame di alluminio concepite con tessere di lattina ritagliate e inchiodate, lunghe frange di tappi in plastica colorata, il tutto mescolando l’antica tecnica della tessitura e il tema innovativo della sostenibilità.

 

Silvia Beccaria: Nasce a Torino dove si laurea in Lettere e Filosofia per poi specializzarsi in progettazione tessile e “Fiber art”, quella produzione artistica caratterizzata dall’impiego delle fibre naturali e/o artificiali. Intreccia abilmente seta, lana, lino, cotone, ma anche materiali come tubi di plastica, pluriball, metalli, lamine di alluminio e gomma. Dalle sue sperimentazioni nascono arazzi contemporanei dall’ordito tradizionale, ma dalle trame più diverse: dalle sfoglie di pomodori secchi ai palloncini, tutti rigorosamente tessuti a mano.

 

 

Ufficio Stampa Italia

 

Viviana Passaretti Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

 

 

Per info

 

 www.ecopink.itwww.e-side.co.uk

 


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