per ricordare laura conti
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Milano, 24 settembre 2013 - Libera Università delle Donne invita al primo appuntamento della stagione: un incontro dedicato a Laura Conti con Valeria Fieramonte e Costanza Panella.

 

 

 

 

 

 

 


"Una donna molto umana, caustica, anticonformista, anticipatrice. Grande scrittrice e scienziata atipica, capace di opporsi da sola a mozioni di interi consigli regionali, - come avvenne per Seveso - perché infarcite di errori scientifici, ma critica dei legami tra scienza e potere e ben lontana dal mitizzare gli ambienti scientifici. Molto prima di altri, e sicuramente del suo partito, l'allora PCI, ha saputo intuire l'importanza delle tematiche ambientali, di cui è stata tra i primi promotori, senza tuttavia indulgere a estremismi insensati ( una volta gli animalisti minacciarono di assaltarle la casa, per suoi 'reati' di opinione, si badi bene.)


Fu tra i pochi ad opporsi fino all'ultimo al cambio di nome del PCI, di cui aveva capito la deriva. Dotata di un coraggio non comune e di una integrità di pensiero rara, e ferita per sempre dall'esperienza in campo di concentramento, di cui non parlava mai, salvo scriverne, venti anni dopo i fatti, in forme e modi del tutto originali”


Questo è stata per me Laura Conti, amica consigliera di un periodo tragico della mia vita, e che ricordo ancora oggi ( è morta nel '93, aveva poco più di 70 anni), con fitte di nostalgia da mancanza. Eppure la sua avventura intellettuale è stata tra le più significative del '900.


Il libro in cui Laura scrive della sua esperienza in campo di concentramento a Bolzano, "La condizione sperimentale" è uno dei più significativi mai scritti su questa tragedia del '900. E' un testo particolare, completamente privo di retorica e di lamento: credo che sia stata anche l'unica persona che è riuscita a fare uscire da un luogo così completamente distruttivo un documento scritto di denuncia. Recuperato dalla resistenza clandestina e letto in seguito a Radio Londra, suscitò tra i suoi aguzzini ormai consapevoli della fine, una reazione di terrore.

 

Laura ha poi raccontato a un amico che la sua Kapò, una donna soprannominata 'la tigre', che ostentava una benda nera su un occhio ed era una sadica torturatrice "dopo l'ascolto di Radio Londra entrò nel blocco delle donne e si accasciò piangendo su un tavolo". Dunque persino in campo di concentramento, almeno per una volta, è riuscita a ribaltare la sua condizione di vittima, ed è probabile che anche la sua carceriera abbia intuito di avere di fronte una personalità di eccezione e di straordinaria intelligenza. Eppure allora Laura era giovanissima, aveva poco più di venti anni, ed era anche molto bella, nonostante i capelli biondo ramati che usava raccogliere,- mi diceva- a treccia, le fossero stati tagliati. Con la straordinaria vitalità dei suoi venti anni riuscì persino ad innamorarsi , in quelle condizioni orribili, di un compagno di prigionia che in coraggio generosità e dedizione non le era certo da meno.


Io l'ho conosciuta alla fine degli anni '60, in una sezione del PCI: era la prima volta che mi capitava di ascoltare in una sede politica un approccio ai problemi basato sulla curiosità scientifica, e su una grande massa di dati interessantissimi. Mi lasciò subito una impressione indelebile, rafforzata dal fatto che all'epoca era circondata da un'aura di prestigio e stima palpabili che le derivavano soprattutto dalla sua esperienza di partigiana. Nel PCI della fine anni '60, non era ancora del tutto andata persa la memoria emotiva del periodo di guerra e lei era portata in palmo di mano come tutte le militanti partigiane. Con l'aggiunta che era anche una donna medico e scienziato, sebbene non le piacesse la definizione. In seguito il suo anticonformismo e l'onestà intellettuale la portarono a volte anche ad essere emerginata, nonostante l'importanza dei suoi contributi. Persino da Legambiente che pure aveva contribuito a fondare nel 1980, non allontanandosi tuttavia mai dal PCI.

Costanza Panella ed io abbiamo pensato di ricordarla e di presentare alcuni suoi testi nel corso di un incontro in cui inviteremo persone che l'hanno conosciuta. Consapevoli come siamo di essere di fronte a una delle grandi personalità del '900 forse un po’ misconosciuta. Di recente Legambiente le ha dedicato un libro Laura Conti di Chiara Certomà e Loredana Lucarini.

 


Valeria Fieramonte

 

 

 

Ricordate Laura Conti?

 

24 settembre 2013


ore 18.00

 

Libera Università delle Donne


Corso di Porta Nuova, 32

 

Milano

 



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